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lunedì 5 gennaio 2009

La lista degli indesiderabili di E.Gonzalez (traduzione da El Pais)

(nella foto Enric González)

Tra
i nemici del fair play si segnalano con maggior frequenza i violenti. Qualunque classifica dei calciatori indesiderabili dovrebbe includere, per esempio, i Montero, padre e figlio. Il padre, Julio Montero Castillo, formò nel Granada, assieme a Fernandez e Aguirre Suarez una delle difese più brutali di tutti i tempi. Il figlio, Paolo Montero Iglesias, è passato alla storia come il giocatore più espulso della serie A italiana nonostante la sua militanza in una squadra così protetta come la Juventus. Si dovrebbero aggiungere alla lista gente come Vinne Jones, Marco Materazzi, Andoni Goikoetxea, Nobby Stiles o Jorge Costa. I candidati sarebbero troppi, i killer del calcio sono facili da riconoscere e da ricordare.
Tuttavia, se toccasse a me stilare la lista questa non sarebbe guidata da un onesto rompigambe. Il macellaio del campo da gioco è
vittima della propria scarsezza di doti tecniche e, frequentemente, degli ordini dell'allenatore. Opera sotto gli occhi di tutti e accumula cartellini. I suoi rivali diretti, col tempo, sorridono mentre lo ricordano. No, non ha niente di un killer. Nella mia lista, i due posti d'onore sarebbero riservati per due calciatori eccellenti. Il primo, Pavel Nedved, pallone d'oro nel 2003. Il secondo, l'ex giocatore del Sevilla, Christian Poulsen. Curiosamente, entrambi appartengono adesso alla Juventus.
Non si tratta di una semplice mania personale, sebbene anche. Nel febbraio del 2006, un paio di tifosi interisti pubblicarono su internet
un sito web dal nome esplicito, www.nonstimonedved.tk, per segnare le imprese antisportive del centrocampista ceco. Settimana dopo settimana, il sito ha iniziato a pubblicare altre figure riprovevoli. A seguito del successo ottenuto, il sito internet si è convertito in un libro, recentemente pubblicato in Italia. Non Stimo Nedved & tutti gli antisportivi constituisce un utile sommario (con le testimonianze di altri calciatori come Gattuso, Mexes, Pirlo, Zambrotta e Cannavaro) per accusare Nedved e Poulsen, due specialisti della provocazione, del gioco sporco e dell'inganno ai danni dell'arbitro.
Poulsen non è un uomo popolare in Italia. Il suo impegno nel toccare, letteralmente, i genitali di Totti durante un Italia - Danimarca (2004), ottenendo che il romano gli sputasse contro e fosse sanzionato, o i suoi calcetti e pizzicotti a Kakà durante un Milan - Schalke (2005), consumatisi nel cartellino giallo per il brasiliano che gli si mise faccia a faccia, rimangono nella memoria. Non è un uomo popolare neppure nel suo paese. Dopo la sua indecente prova nel corso di un Danimarca - Svezia, culminata con un pugno ad un avversario, il ministro della Giustizia danese, Lene Espersen, chiese che Poulsen venisse allontanato dalla nazionale. Capita, tuttavia, che questo tipo di giocatori sporchi e abili risultino troppo utili per le proprie squadre. A Poulsen venne comminato soltanto un rimprovero ufficiale della federazione.
Nedved picchia meno, sebbene picchi per quanto gli riguarda. La sua massima specialità consiste nel picchiare e cadere urlando come se gli avessero appena amputato una gamba in diretta. Forse per il suo aspetto da bambino buono, o forse per il suo talento drammatico, gli arbitri abboccano sempre: invece di fischiargli fallo contro, glielo fischiano a favore. E, con un po' di fortuna, ammoniscono la vittima. Nedved ottiene così decine di punizioni vicino all'area che di solito è lui stesso a battere. Riesce anche ad esasperare l'avversario. E creare attorno a se una totale assenza di sportività. Citerò ad esempio la partita del 5 ottobre 2003, Juventus - Bologna. Zambrotta inciampò e cadde nell'area avversaria e l'arbitro, parzialmente coperto, fischiò rigore. Allora Zambrotta si alzò e si avvicinò all'arbitro per confessargli che non era esistito alcun fallo. Nedved si lanciò sul suo compagno e, dopo averlo frenato, lo convinse a restare zitto. Puro fair play.

Qui l'articolo in spagnolo, di Eric Gonzalez, El Pais